CIRCOLO POLYMER :  Storia di un Cral aziendale

La grande avventura della Montecatini, in generale, e della Polymer S.p.a. in particolare, prende le mosse in un periodo piuttosto buio e travagliato della storia socio economica del nostro paese.

Terminate le ostilità della seconda guerra mondiale, Terni si presentava come un cumulo di macerie, risultato dei più di cento bombardamenti che, oltre agli impianti industriali, avevano reso inagibili interi quartieri e distrutto strade, ponti e ferrovie.
 
Anche le aziende non erano state risparmiate, e gli stabilimenti tentavano tra mille difficoltà di tornare ad una parvenza di normalità e tranquillità per le maestranze, costantemente sotto pressione per le lunghe sospensioni del lavoro per effetto delle inevitabili riconversioni produttive.
In questo scenario di profonda crisi la Terni del dopoguerra accolse con favore l' insediamento che la Società Montecatini stava realizzando.
Fù così che lo stabilimento Polymer inizio la sua storia nel nostro comprensorio. Correva l' anno 1951....
La fabbrica di notevoli dimensioni, sorse a sud della città, sulla strada Flaminia, alla periferia di Terni.
Vicino all' opificio fu edificato un complesso abitativo sia a monte (il Villaggio Campomaggio) che a valle (il Villaggio Polymer) e tutt' intorno nacque pian piano ogni servizio utile, dalla banca, all' ufficio postale, dalla chiesa alla scuola.
Il polo chimico quindi, nella sua nuova veste di realtà economica del ternano si stava dando una nuova identità, cercando di infondere la propria presenza nel tessuto cittadino.
Un pacchetto di servizi sociali che avevano il pregio e lo scopo di una grande aggregazione fra le realtà familiari dei lavoratori Polymer.
Nacque così il CRAL aziendale (Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori).
Fù edificata una Foresteria per favorire una sorta di ricettività ai dipendenti Polymer, ed inoltre furono sviluppati "istituti" aziendali,del tutto gratuiti, quali: colonie marine e montane per i figli dei dipendenti, campi da tennis, biblioteca, sezioni sportive e di tempo libero (caccia, cicloturismo, bocce, biliardo).
La gente dopo tante ansie, dolori, sofferenze, restrizioni, aveva bisogno di sentirsi nuovamente viva, di stare insieme, di ridere, di giocare, di ballare, di innamorarsi.
E poiché i luoghi di ritrovo e di aggregazione non erano ancora molto diffusi un Cral aziendale era una grande opportunità, anche perché tutta l'attività ludica, di tempo libero, di vacanze per grandi e piccini, essendo gratuita, compensava il "gap" esistente tra le retribuzioni percepite ed un tenore di vita accettabile.
La politica sociale di Montecatini, ha avuto il merito di far vivere la fabbrica non soltanto come un luogo di doveri, ma anche di vita complessiva, di oppotunità di svago.
Però come tutte le cose di questo mondo, anch' essa ha avuto un suo inizio ed una sua fine.  O quasi.
A poco a poco la politica sociale lasciò il posto alla politica dei redditi.
L' evoluzione, in meglio, delle condizioni contrattuali faceva superare, di volta in volta, le vecchie istituzioni sociali che erano abolite o privatizzate.
Così perdeva valenza il Cral aziendale, la Foresteria era ceduta a terzi e trasformata in Casa per Anziani, i campi da tennis e le altre attività del tempo libero, gestite autonomamente dal sindacato.
Nel giro di una quindicina d' anni la vita sociale aziendale spariva dallo scenario della fabbrica, superata dal nuovo modo di vivere di oggi, più autonomo, più libero, e forse più solitario, ma al passo coi tempi.
Certamente è meglio che il figlio del dipendente Montecatini possa oggi andare al mare con la famiglia, con i propri genitori, però anche il tempo della colonia aveva una sua bellezza, un suo fascino, che il mondo di oggi, che tutto ha, può anche rimpiangere.
A cinquant' anni di distanza la forza lavoro si è modificata, si è evoluta, è più acculturata, meno praticona e più specializzata ed il suo rapporto con la fabbrica è cambiato. Esso è divenuto freddo, attento, asettico.
I rapporti di relazione sono mutati in rapporti dove la competizione, tra settori e servizi è altissima.
La fabbrica famiglia, dove tutti  lavorano per raggiungere un fine comune, è soppiantata dalla fabbrica cliente dove il prodotto prevale su tutto e su tutti.
E' la dura legge del mondo produttivo di oggi, alla quale anche l' istituzione sociale del Cral non ha potuto sottrarsi.
Da Cral aziendale a CLM (Circolo Lavoratori Montedison), da quest' ultimo, dopo la dissoluzione dell' impero Montedison, a C.L. ex M.
Ma le risorse economiche, sempre più esigue, e quelle umane, con sempre meno addetti disposti a sacrificare il proprio tempo,per la causa del dopolavoro, hanno fatto sì che questo grande patrimonio sociale venisse meno.
Una cosa, però, resta importante: la fabbrica è sempre lì, a testimoniare la sua tradizione ed attualità a rappresentare una produzione di ricchezza creata da tante mani e da tante menti del tempo passato; probabilmente, le stesse che fecero nascere il Cral aziendale.
Oggi altre mani, e menti diverse, sull' onda di un ritrovato entusiasmo, di una nuova cultura, di una speranzosa fiducia danno vita al
  CIRCOLO POLYMER.
A qualcun altro il compito di raccontarne la storia…………….
Correva l' anno 2006

Gianluca Nasi